Il dolore al piede spesso è sinonimo di un dolore plantare dovuto ad un errato assetto del corpo, che invece di distribuire correttamente il carico, lo concentra troppo in alcune zone della pianta che non sono in grado da sole di sostenerlo.
I l dolore nella zona dei metatarsi può essere attribuita ad una caduta dello stesso, al neuroma di Morton o al morbo di Kohler, il dolore sulla volta può essere dovuto ad una eccessiva tensione della fascia plantare ed il dolore al tallone ad un’infiammazione del calcagno. Tutti e 3 indicano la zona in cui si concentra il carico anomalo.
I l dolore normalmente è più accentuato dopo un periodo di riposo, ad esempio la mattina quando addirittura l’appoggio del piede può rivelarsi impossibile, mentre con il passare del tempo migliora fino a scomparire alcune volte per poi ripresentarsi con le stesso modalità.
L’osteopata ritiene che il problema è legato ad una cattiva distribuzione del carico, che concentrato solo su una zona del piede, ne impedisce una normale eliminazione.
E’ una disfunzione discendente con causa che si localizza a monte e questo potrebbe spiegare l’insuccesso di alcune terapie farmacologiche e manipolative locali.
Anche se è comunque necessario valutare attentamente l’appoggio del piede che , per un compenso scorretto, potrebbe causare la disfunzione tra astragalo e scafoide, rendendo cosi la caviglia instabile.
Il ginocchio e l’anca sono strutture intermedie nel passaggio del carico e quindi tendono ad adattarsi, anche se l’anca ha il compito di convertire il carico orizzontale che grava sul sacro in un carico verticale discendente.
Quindi è importante considerare anche il rapporto che lega il bacino all’anca ed al ginocchio e alle strutture della volta plantare che riceve il carico adattandosi al terreno.
Una disfunzione di mobilità in anteriorità dell’emibacino porta anca e ginocchio verso l’interno e il peso sulla parte antero int del piede con sovraccarico delle prime teste dei metatarsi, mentre una disfunzione posteriore al contrario concentra il carico, sul V metatarso e sul calcagno.
L’aumento anomalo delle pressione su queste ossa fa si che sulla fascia plantare arriva una grande pressione con infiammazione e variazioni dell’equilibrio posturale della colonna vertebrale e del corpo.
Le terapie locali fisiche e farmacologiche possono dare sollievo ma spesso non sono definitive ed anche l’uso di plantari stabilizza la volta ma non risolve la causa.
Quindi si deve interrompere il circuito che genera il problema che inizia spesso con una disfunzione di bacino.